Plastic Free diventa partner di High School Game

Siamo lieti di annunciare la collaborazione con la Onlus Plastic Free in quanto Content Partner di parte dei contenuti del format legato agli istituti secondari di secondo grado High School Game. 

Plastic Free Odv Onlus è un’associazione di volontariato nata il 29 Luglio 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica.

Nata come realtà digitale, nei primi anni Plastic Free ha raggiunto milioni di utenti e oggi, con più di 1.000 referenti in tutt’Italia, sono divenuti la più importante e concreta associazione su questa tematica.

Sono, inoltre, impegnati sul campo, attraverso diversi progetti, quali: appuntamenti di clean up, salvataggio delle tartarughe marine, sensibilizzazione nelle scuole e Comuni Plastic Free.

Proprio grazie a quest’ultimo punto, oltre che alla forte e coraggiosa tematica che caratterizza il loro impegno per la salvaguardia del nostro ecosistema, abbiamo voluto instaurare una forte partnership con loro nel nostro format High School Game. 

Per festeggiare questo traguardo, abbiamo deciso di intervistare Riccardo Mancin, Coordinatore Nazionale di Plastic Free.

Intervista a Riccardo mancin, coordinatore nazionale plastic free

Come nasce Plastic Free?

“Plastic Free nasce nel 2019 grazie all’imprenditore Luca De Gaetano il quale, dopo aver visto i danni causati da una tartaruga di Caretta caretta, si impose di creare una realtà che potesse fare la differenza per sensibilizzare le persone sulla tematica da inquinamento da plastica, la più pericolosa in assoluto come descritta dall’ONU stessa. Ha così creato questa associazione che si è sviluppata dapprima sui social con sensibilizzazione tramite post, in seguito si sono aggiunti nuovi membri a supporto della causa e dei progetti. Le difficoltà sono state tante perché siamo nati a cavallo dell’epidemia, ma siamo riusciti nel nostro intento: portare Plastic Free in ogni regione della penisola italiana e, ad oggi, conta una rete di oltre 1.000 referenti e oltre 250 mila volontari e migliaia di associati che contribuiscono nei progetti di clean-up (rimozione del rifiuto dall’ambiente ndr.)”.

Quali sono gli altri progetti di Plastic Free?

“Oltre al progetto di clean-up, attuiamo progetti di sensibilizzazione nelle scuole con lo scopo di educare le nuove generazioni e installando degli erogatori rendendole plastic free. Abbiamo anche il progetto Plastic Free Diving che si occupa della pulizia dei fondali marini, il progetto Plastic Free Walk con eco camminate alla scoperta del territorio legato alla pulizia dell’ambiente valorizzando i territori coinvolti. Nel nostro progetto cerchiamo anche di coinvolgere i comuni con l’obiettivo di rendere anche loro plastic free e riducendo il consumo di plastica nel proprio territorio”.

Perché nasce la tua vocazione nel salvaguardare il nostro pianeta?

“Ho sempre avuto dei genitori che mi hanno insegnato ad avere rispetto per la natura ed il mondo che mi circonda. Penso, però, che la vera spinta mi sia arrivata circa dieci anni fa quando, durante uno dei miei giri in bicicletta, ho visto quanti rifiuti erano disseminati nei pressi dell’argine del Po veneto e nessuno li raccoglieva. La cosa che mi faceva rimanere basito era la totale indifferenza da parte delle persone nella cura dell’ambiente, anche quando andavo ad esporre questi fatti ad i miei amici: «Fregatene.» mi dicevano. Ad un certo punto mi sono ripromesso che avrei iniziato a ripulire l’ambiente intorno a me e non nascondo che ho avuto diversi dissensi da parte di alcune persone molto critiche. Piano piano, nel tempo, si sono aggiunti volti amici che sono venuti a darmi una mano vedendomi solo ad operare per l’ambiente. Adesso quel gruppo si è consolidato. È stato un percorso lento, ma la costanza e la determinazione porterà tantissimi ad unirsi a noi. Penso che non si tratti di una vocazione, ma di mettere in moto una coscienza sopita e anestetizzata dai tempi moderni; bisogna imparare ad uscire da questi flussi comunicativi e ridondanti tornando a riprendere il nostro rapporto con l’ambiente perché si tratta di un problema grosso”.

Liberi dalla plastica. È possibile pensare ad un mondo tale, oppure è un’utopia?

“Parlare di un mondo libero dalla plastica è molto difficile. La plastica è ovunque nelle nostre vite e, purtroppo, molto di questa è inutile. Il nostro focus è quello di spiegare alle persone che possono utilizzare meno plastica senza abusarne come accaduto negli ultimi 30-40 anni. Noi informiamo dicendo che è possibile vivere senza plastica, usandone il meno possibile coi dovuti insegnamenti, oltre che ad aprire gli occhi sul disastroso impatto ambientale che questa ha sull’ecosistema poiché ogni oggetto di plastica lasciato nell’ambiente, vi rimane per centinaia di anni e ci ritorna indietro ritrovandolo nel nostro organismo come evidenziato dalle ultime scoperte scientifiche. Non si può pensare ad un mondo totalmente privo di plastica, ma si può pensare ad un mondo privo di plastica inutile, utilizzata con una gestione migliore rispetto a quella che c’è adesso”.

Siete la più grande associazione che si occupa di questa tematica. È stato difficile arrivare al risultato raggiunto?

“Siamo l’associazione più grande che si occupa di questa tematica, ed anche gli unici che hanno avuto un trend di crescita che è unico rispetto ai nostri competitor dell’associazionismo ambientale italiano. È stato un percorso difficile che ci ha visto affrontare delle sfide nuove ogni mese, in quanto realtà in costante crescita e siamo ancora all’inizio”.
 

Qual è stata la missione più difficile che avete affrontato?

“La missione più difficile è stata quella di tradurre le nostre idee, proposte e sogni in azioni concrete. Quando abbiamo iniziato eravamo un gruppo di 4 o 5 persone incontrate tramite social che hanno deciso di mettere dentro tutto ciò che si portavano dentro per riuscire a creare una realtà che facesse davvero la differenza nel panorama italiano fino ad arrivare a risultati tangibili. Molte volte abbiamo dovuto abbandonare delle strade che abbiamo intrapreso o vederle in corso d’opera. La missione più difficile sta nell’essere stati in grado di coordinare le difficoltà logistiche perché siamo tutte persone che vivono a diversi km l’uno dall’altro, ma siamo sempre stati in grado di abbattere queste difficoltà grazie alla passione che ci anima”.




Parliamo di numeri: avete liberato il pianeta da 3 milioni di kg di plastica e salvato oltre 167 tartarughe marine. È un risultato notevole!

“I nostri numeri sono davvero importanti e notevoli. Dalla prima tappa dopo il lockdown sono iniziate le prime tappe di Plastic Free ed abbiamo una media di 25-30 appuntamenti settimanali da nord a sud e questo dimostra la nostra voglia d’azione. Non siamo l’associazione che fa l’azione spot occasionale un paio di volte all’anno, ma ne facciamo differenti ogni mese. Abbiamo raccolto quasi 3 milioni di kg di plastica e anche rifiuti, non solo plastica ma anche vetro ed altri rifiuti tranne quelli speciali che lasciamo agli enti competenti e specializzati. Abbiamo numeri importanti sul progetto tartarughe. Abbiamo un centro di recupero di tartarughe marine a Calimera e, grazie al nostro supporto e alle nostre donazioni, siamo riusciti a portare alla nascita oltre 500 tartarughe e salvarne oltre 100. Questo è un progetto su cui crediamo e puntiamo molto”.

La tartaruga marina è il vostro simbolo ed è presente nel logo di Plastic Free. Quanto è importante la sua presenza nel nostro ecosistema?

“La tartaruga come logo è una scelta voluta e non un caso. Fu voluto dal nostro fondatore colpito da quella tartaruga, di cui parlavo inizialmente, vista e mal ridotta dalla plastica. [La tartaruga] È l’animale più colpito dalla plastica ed è la specie più a rischio in quanto sono migliaia le tartarughe che muoiono dopo aver ingerito la plastica dopo questa antropizzazione che ha portato i mari a riempirsi di questi rifiuti. Inoltre, la tartaruga è simbolo di forza, longevità e di resilienza ed è presente sul globo da milioni di anni ed è brutto pensare che adesso sia a rischio a causa nostra”.

Sensibilizzate gli studenti nelle scuole: quanto sono propensi i giovani all’ascolto e a mettere in pratica ciò che gli viene insegnato da voi? Loro sono il nostro futuro. C’è speranza?

“Il progetto scuola è un progetto su cui stiamo spingendo molto perché crediamo molto nel valore dell’educazione ambientale e nella trasmissione di messaggi positivi ai giovani. Loro un domani saranno portati ad interfacciarsi con grosse sfide legate a cambiamenti climatici e ad una gestione scellerata delle risorse fatta dagli adulti in questo preciso contesto storico ma anche nei decenni scorsi. Andare come volontari nelle scuole e trasmettere la nostra passione e ciò che facciamo spiegando che il cambiamento deve partire da loro è fondamentale. Tutto questo fa parte di un processo di conoscenza essenziale e, senza questo non può esserci la consapevolezza dell’esistenza di un problema ed un processo per porre una soluzione ad esso. Possiamo dire che abbiamo visto molti riscontri positivi. I giovani sono aperti e molto sensibili a questa tematica, ma per essere efficace deve essere un progetto costante perché il ragazzo ha bisogno di un percorso che lo accompagna dalla scuola dell’infanzia all’università. Con questi elementi si può arrivare a formare una persona adulta con dei comportamenti ed una corretta educazione ambientale. Auspichiamo di riuscire a creare questo percorso e loro, sicuramente, mettono in pratica ciò che gli insegniamo. Credo che ci sia speranza, ma bisogna alimentarla perseverando”.

Quali sono i progetti futuri e gli obiettivi di Plastic Free?

“I nostri progetti futuri sono tanti. Il progetto più ambizioso è quello di arrivare in tutto il mondo. Ci stiamo affermando in Italia nel quotidiano, ma il nostro intento è di arrivare in tutto il mondo. Abbiamo ambasciatori che si stanno impegnando per portare Plastic Free alle Maldive e in Kenya. Vogliamo internazionalizzare il brand e di riuscire il nostro coraggio e determinazione, soprattutto il nostro messaggio di sensibilizzazione in ogni angolo di pianeta e fare la differenza nel globo così come la stiamo facendo in Italia”.

27 marzo 2023


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