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PALERMO - MARSALA - SALINE DI TRAPANI - MONREALE - CEFALU'

Categoria: Educational
Adatto a: Studenti delle Scuole, Viaggi Evento
Inizio: 01/01/2026 Fine: 30/06/2026

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11. Le varietà di vite e i vitigni principali

Le varietà di vite e i vitigni principali   

La vite è una pianta straordinaria: da un’unica specie, la Vitis vinifera, nascono migliaia di vitigni diversi.
Ogni vitigno è una varietà con caratteristiche proprie — forma del grappolo, colore dell’uva, profumo, maturazione — che influenzano profondamente il gusto del vino.
Per questo il vitigno è considerato il DNA del vino, il suo punto di partenza.

Cos’è un vitigno

Un vitigno è una varietà di vite coltivata con caratteristiche genetiche stabili.
Ogni vitigno dà un vino con un profilo aromatico e sensoriale unico. Alcuni producono vini profumati e leggeri, altri corposi e complessi; alcuni amano i climi freschi, altri i caldi.

Le uve si dividono principalmente in due grandi categorie:

  • Uve bianche, che danno vini bianchi e spumanti.

  • Uve rosse (o nere), che danno vini rosati o rossi, a seconda del contatto tra mosto e bucce.

Il colore del vino non dipende dalla polpa (quasi sempre chiara), ma dal tempo di contatto con le bucce, dove si trovano i pigmenti e i tannini.

Vitigni autoctoni e internazionali

Nel mondo esistono più di 10.000 vitigni conosciuti, ma quelli più coltivati sono poche centinaia.
In Italia — paese con la maggiore biodiversità viticola del mondo — troviamo oltre 540 vitigni autoctoni, cioè originari del territorio e coltivati storicamente in una specifica regione.

Un vitigno autoctono è quello che nasce, cresce e si adatta nel tempo a un determinato ambiente, diventandone simbolo.
Esempi:

  • Sangiovese (Toscana, Emilia-Romagna)

  • Nebbiolo (Piemonte)

  • Aglianico (Campania, Basilicata)

  • Nero d’Avola (Sicilia)

  • Verdicchio (Marche)

  • Fiano e Greco (Campania)

  • Cannonau (Sardegna)

  • Primitivo e Negroamaro (Puglia)

Accanto a questi ci sono i vitigni internazionali, coltivati in tutto il mondo perché si adattano facilmente a diversi climi e terreni, mantenendo una buona qualità.
Tra i più noti:

  • Cabernet Sauvignon, elegante e longevo, originario di Bordeaux.

  • Merlot, morbido e fruttato.

  • Syrah, speziato e intenso.

  • Pinot Nero, delicato e complesso.

  • Chardonnay, versatile e adatto anche alla spumantizzazione.

  • Sauvignon Blanc, aromatico e fresco.

Uve da vino e uve da tavola

Non tutte le uve servono per fare il vino.
Le uve da vino hanno acini più piccoli, buccia spessa, molto succo e tanti zuccheri.
Le uve da tavola hanno invece acini grandi, buccia sottile e pochi zuccheri: sono pensate per essere mangiate fresche.

Il viticoltore deve scegliere il vitigno più adatto al clima e al tipo di vino che vuole ottenere: un Pinot Nero, ad esempio, teme il caldo e ama i terreni freschi e ventilati; un Primitivo, invece, matura bene con il sole intenso e le temperature elevate.

Cloni, ibridi e portainnesti

Con il tempo, gli uomini hanno selezionato diversi cloni di uno stesso vitigno per migliorarne la resa, la resistenza alle malattie o il profilo aromatico.
Quando due varietà vengono incrociate artificialmente, si parla di ibridi.

Dopo la devastante epidemia di fillossera del XIX secolo (un insetto che distrusse quasi tutti i vigneti europei), le viti europee furono innestate su radici americane più resistenti.
Da allora, quasi tutte le viti coltivate nel mondo sono “bimadre”: radici americane e parte superiore europea.

Curiosità

 

  • L’Italia è il paese con la maggiore diversità di vitigni al mondo, più di Francia e Spagna messe insieme.

  • La Vitis vinifera è la sola specie europea adatta alla vinificazione: tutte le altre, come labrusca o riparia, sono americane.

  • Il Sangiovese è il vitigno più coltivato d’Italia, seguito da Montepulciano e Catarratto.

  • Il nome “Primitivo” deriva dalla sua maturazione precoce rispetto ad altri vitigni.

  • Il Cabernet Sauvignon nasce dall’incrocio naturale tra Cabernet Franc e Sauvignon Blanc.

  • L’Aglianico, uno dei rossi più antichi, fu introdotto in Italia dai Greci con il nome di “Vitis Hellenica”.

  • Le viti più vecchie del mondo si trovano in Slovenia e hanno oltre 400 anni.

  • Alcuni vitigni quasi scomparsi, come il Pallagrello Nero o il Timorasso, sono stati recentemente riscoperti.

  • Ogni vitigno esprime al meglio il suo carattere solo in armonia con il terroir: non esistono uve “migliori”, ma solo uve “più adatte” al luogo.