Il vino nella storia dell’uomo

Dopo la caduta dell’Impero Romano, il vino continuò a essere prodotto grazie ai monaci. Nei monasteri medievali, la vite era curata con dedizione: il vino serviva sia per la liturgia sia come medicina e alimento.

Il vino medievale era diverso da quello attuale: più torbido, acido e instabile. Per conservarlo meglio, si aggiungevano erbe, spezie o miele.
Col passare dei secoli, le tecniche migliorarono. Con il Rinascimento, il vino divenne un simbolo di eleganza e cultura. Le corti italiane e francesi ne facevano oggetto di prestigio, e iniziarono le prime distinzioni tra vini bianchi e rossi.

Nel Seicento, la scoperta del tappo di sughero e della bottiglia di vetro cambiò la storia del vino: ora poteva invecchiare e migliorare nel tempo.
Nell’Ottocento nacquero le prime denominazioni e i concetti di origine controllata, mentre nel Novecento si affermarono i grandi marchi e la cultura del vino d’autore.

Oggi il vino è tradizione e innovazione insieme: dalle antiche tecniche naturali ai moderni sistemi di produzione sostenibile, resta un ponte tra passato e futuro.

Curiosità

• I monaci di Borgogna furono i primi a delimitare le vigne per qualità.
  
  
• Il primo vino italiano a ottenere la DOC fu la Vernaccia di San Gimignano (1966).
  
  
• Nell’antica Roma il vino veniva anche bollito con spezie per diventare “mulsum”.
  
  
• Il tappo in sughero si diffuse con lo Champagne nel XVII secolo.
  
  
• “Invecchiamento” non significa sempre “migliore”: solo alcuni vini lo sopportano.