L’arte di descrivere il vino

Raccontare un vino è un atto di empatia e linguaggio.
Dopo averlo osservato, annusato e gustato, il sommelier deve saperne descrivere il carattere con parole precise ma evocative.
Dire che un vino è “fruttato” o “floreale” non basta: bisogna trovare le sfumature — pesca, mela verde, rosa, viola, pepe, vaniglia…
La descrizione deve unire tecnica e sentimento, perché il vino è anche emozione.
Un sommelier non giudica solo la qualità, ma la personalità: ci sono vini eleganti, introversi, potenti, delicati.
La degustazione è un incontro tra due anime — quella del vino e quella di chi lo assaggia.

Curiosità

• Esistono concorsi mondiali di degustazione alla cieca, dove squadre di sommelier devono riconoscere vitigno, annata e zona solo dall’assaggio.
  
  
• I professionisti usano taccuini di degustazione per annotare le proprie impressioni e creare un archivio sensoriale personale.
  
  
• Nei paesi anglosassoni si usano punteggi da 0 a 100 per valutare i vini; in Italia si preferiscono descrizioni qualitative (ottimo, buono, discreto…).
  
  
• Alcuni sommelier associano il vino alla musica o ai colori, per comunicare meglio la sensazione complessiva.