HSG Sicurezza Stradale

Il contest tematico sulla sicurezza stradale per gli studenti delle scuole superiori italiane.

Categoria: Educational
Adatto a: Studenti delle Scuole
Inizio: 11/03/2024 Fine: 17/03/2024

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01. Storia della sicurezza stradale

Storia della sicurezza stradale

Le misure di sicurezza stradale hanno come obiettivo la riduzione del numero e delle conseguenze degli incidenti veicolari e lo sviluppo ed il dispiegamento di sistemi di gestione. L'approccio è di tipo multi-disciplinare, in quanto sono coinvolte diverse tematiche tecnico-scientifiche, e segue il rispetto di norme esplicitamente espresse nel Codice della Strada al fine di minimizzare il rischio.
Gli incidenti stradali nascono con l'avvento degli stessi autoveicoli, quando l'inventore Nicolas-Joseph Cugnot si scontrò con un muro durante la prova del suo triciclo a vapore "Fardier" nel 1770.

Bridget Driscoll, la prima vittima automobilistica registrata nelle cronache, morì il 17 agosto del 1896, a Londra. Molte tra le prime innovazioni nella sicurezza stradale vengono attribuite a William Phelps Eno, da molti considerato il "padre della sicurezza stradale". Gli si attribuiscono la creazione del segnale di stop, della rotatoria, della strada a senso unico, e di molti altri sistemi del controllo del traffico oggi in uso.

I primi interventi di sicurezza stradale includevano i segni ed i segnali di transito, le righe sulla pavimentazione stradale (come la linea divisoria centrale) e l'obbligatorietà della patente di guidadopo un periodo prestabilito di studio ed esami (con rigorosi test pratici).

Dai motori a vapore alla telematica assicurativa

Nel 1888, Karl Benz – l’inventore della prima automobile – presenta all’umanità i veicoli a motore, dopo quasi seimila anni trascorsi a cavallo e, più tardi, in carrozza. Un’attività completamente nuova, che pone nuove questioni di sicurezza stradale. All’epoca, Mr. Benz si vede obbligato a richiedere un permesso alle autorità granducali per usare la macchina sulle strade pubbliche, dopo le lamentele dei residenti di Mannheim (Germania) per il rumore e l’odore provocati dalla sua “motorwagen”.

La sicurezza stradale, in realtà, risale a ben prima dell’invenzione dell’automobile. Se ne parla da quando il mondo ha iniziato a essere attraversato dalle carrozze. Nel Regno Unito, il Locomotive Act del 1865 e il successivo Licensing Act del 1872 stabiliscono che bere alla guida di una carrozza, di un cavallo o anche di bestiame è un reato, fissando inoltre limiti di velocità: 4 miglia/ora in aperta campagna e 2 miglia/ora in città!

La prima polizza assicurativa viene inventata dall’eclettico Benjamin Franklin nel 1751: la “Philadelphia Contributionship” fornisce gratuitamente l’assicurazione contro i danni da incendio ai coloni americani.

Quasi 150 anni dopo, nel 1897, Gilbert J. Loomis è la prima persona ad acquistare una polizza di assicurazione di responsabilità civile. La polizza, rilasciata a Dayton, Ohio (USA), protegge Loomis da danni e omicidio colposo.

Nel 1903, la Francia è il primo paese a introdurre la segnaletica stradale standard. L’American Automobile Association viene istituita nel 1904, mentre il Regno Unito introduce la sua associazione automobilistica l’anno successivo. Nel 1910, a Parigi, si tiene un congresso internazionale su traffico e circolazione stradale, per affrontare le questioni relative ai veicoli che attraversano i confini nazionali. Il congresso arriva a un accordo, riconoscendo le patenti di guida straniere, fissando standard per i veicoli (per esempio, due fanali nella parte anteriore e uno in quella posteriore, e un “controllo di guida” che permetta ai conducenti di illuminare la strada), introducendo targhe identificative e stabilendo che i guidatori devono adeguarsi alle norme locali e non a quelle del paese di provenienza.

La prima assicurazione automobilistica obbligatoria viene introdotta negli Stati Uniti nel 1925; mentre nel Regno Unito il Road Traffic Act introduce l’assicurazione obbligatoria nel 1930, fissando il limite di velocità massimo a 20 miglia/ora. Negli anni Trenta, le preoccupazioni per la sicurezza stradale spingono i produttori automobilistici a dotare i veicoli di funzioni che da allora sono diventate standard, come freni idraulici, vetri e cinture di sicurezza, anche se è servito più tempo – in alcuni casi fino al ventesimo secolo – per aggiornare e promulgare le norme sulla sicurezza stradale.

Fino al 1970 il continuo incremento nella motorizzazione ha comportato un aumento della mortalità dovuta agli incidenti. Successivamente, si è assistito ad una lieve ma costante diminuzione del numero e della gravità degli incidenti avvenuti.

Ad oggi, si stima che in molti paesi dell'OECD il costo degli incidenti di traffico ammonti a circa il 2% del loro Prodotto interno lordo. Nei paesi in via di sviluppo, queste perdite possono essere maggiori alla quantità di denaro ricevuta come aiuti internazionali e prestiti, un fatto che ha indotto la Banca Mondiale e l'Asian Development Bank ad inserire gli interventi in questo campo tra le sue priorità.

È stato stimato che le automobili hanno ucciso più persone dalla loro invenzione che tutte le guerre combattute nello stesso periodo (includendo la Prima e Seconda guerra mondiale).

A livello internazionale le misure standard usate per stabilire l'utilità degli interventi di sicurezza stradale sono la mortalità ed il ferimento severo (Killed or Seriously Injured - KSI). Il quoziente KSI è usualmente riportato per miliardo di passeggeri-chilometro. A livello nazionale, si fa uso degli indici di mortalità (morti/100.000 abitanti) e ferimento (feriti/100.000 abitanti). I tassi di mortalità variano ampiamente da paese a paese, per ragioni che sono conosciute soltanto in modo imperfetto, anche se una certa empirica Legge di Smeed è stata proposta come una spiegazione parziale.

In Italia il tasso di mortalità è passato da circa 20-22 morti su 100.000 abitanti del 1970 a circa 8-10 morti su 100.000 abitanti degli anni successivi al 2005 (più o meno in linea con i dati medi dell'Unione Europea).

Nel 2013 si sono registrati in Italia 181.227 incidenti stradali con lesioni a persone. Il numero dei morti (entro il 30º giorno) è stato di 3.385, quello dei feriti ammonta a 257.421. Secondo uno studio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2010, il costo sociale in Italia ammonta a circa 28,5 miliardi di euro.

Nel 2017 sono stati 174.933 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in leggero calo rispetto al 2016, con 3.378 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 246.750 feriti.

Il numero dei morti torna a crescere rispetto al 2016 (+95 unità, pari a +2,9%) dopo la riduzione registrata lo scorso anno.

Tra le vittime sono in aumento i pedoni (600, +5,3%) e soprattutto i motociclisti (735, +11,9%) mentre risultano pressoché stabili gli automobilisti deceduti (1.464, -0,4%); in calo ciclomotoristi (92, -20,7%) e ciclisti (254, -7,6%).

Rispetto all’anno precedente gli incidenti e i feriti registrano una lieve diminuzione (-0,5% e -1,0%). Stabile il numero dei feriti gravi: sulla base dei dati di dimissione ospedaliera nel 2017 sono stati 17.309, valore pressoché analogo a quello del 2016 (-0,1%). Il rapporto tra feriti gravi e deceduti è sceso a 5,1 da 5,3 dell’anno precedente. Il tasso di lesività grave sulla popolazione residente è di 28,6 feriti gravi per 100mila abitanti (40,1 per gli uomini e 17,7 per le donne).

Sull’aumento del numero di morti in Italia incide soprattutto quello registrato su autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) e strade extraurbane (296 e 1.615 morti; +8,0% e +4,5% sull’anno precedente). Un aumento più contenuto si registra, invece, sulle strade urbane (1.467 morti; +0,3%). Nei grandi Comuni si rileva una tendenza opposta, con una diminuzione del 5,8% del numero di vittime nell’abitato.

Nell’Unione europea, il numero delle vittime di incidenti stradali diminuisce nel 2017, seppure in misura contenuta (-1,6% rispetto al 2016): complessivamente, sono state 25.315 contro 25.720 del 2016. Nel confronto tra il 2017 e il 2010 (anno di benchmark della strategia europea per la sicurezza stradale) i decessi si riducono del 19,9% a livello europeo e del 17,9% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2017 si contano 49,7 morti per incidente stradale nella Ue28 e 55,8 nel nostro Paese, che scende dal 14° al 18° posto della graduatoria europea.

Tra i comportamenti errati più frequenti vi sono la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi). Le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida.

Nel 2017 le prime iscrizioni di veicoli aumentano del 7% rispetto all’anno precedente mentre il parco veicolare cresce dell’1,7%. Le percorrenze autostradali sulla rete in concessione crescono del 2,2% rispetto al 2016, con quasi 84 miliardi di km percorsi.