HSG Educazione Ambientale

Il contest tematico sul'Educazione Ambientale per gli studenti delle scuole superiori italiane

Categoria: Educational
Adatto a: Studenti delle Scuole
Inizio: 18/03/2024 Fine: 24/03/2024

 GUARDA ANCHE 

01. Tutto quello che c'è da sapere sull'inquinamento da plastica

Tutto quello che c'è da sapere sull’inquinamento da plastica

Gran parte del pianeta sta nuotando nella plastica abbandonata, che sta danneggiando la salute degli animali e, probabilmente, anche quella dell’uomo.

L’inquinamento da plastica è diventato uno dei temi ambientali più pressanti: la produzione di oggetti in plastica usa e getta sta soverchiando la nostra capacità di gestirla. Questo tipo di inquinamento è più evidente nelle nazioni in via di sviluppo dell’Asia e dell’Africa, dove i sistemi di raccolta dei rifiuti sono spesso inefficienti o inesistenti.
Ma anche il mondo sviluppato, e in particolar modo i Paesi con basse percentuali di riciclo, stanno avendo i loro problemi a gestire nel modo corretto la plastica diventata rifiuto. Questo tipo di immondizia sta diventando talmente onnipresente che si è arrivati a redigere un accordo mondiale negoziato dalle Nazioni Unite. 

Come è successo?

Le plastiche ottenute da carburanti fossili hanno oltre un secolo. La produzione e lo sviluppo di migliaia di nuovi prodotti in plastica ha avuto un’accelerazione dopo la Seconda guerra mondiale, trasformando l’età moderna in modo così profondo che, oggi, la vita senza plastica sarebbe irriconoscibile.

La plastica ha rivoluzionato la medicina con dispositivi salvavita, ha reso più leggere le automobili e i jet, consentendo di risparmiare carburante e inquinare di meno; salvato vite con caschi, incubatrici e attrezzature per rendere potabile l’acqua.

Le comodità offerte dalla plastica, però, hanno portato a una cultura dell’usa e getta che rivela il lato oscuro di questo materiale: oggi le plastiche monouso costituiscono il 40% di tutte quelle prodotte ogni anno.

Molti di questi prodotti, ad esempio le buste di plastica o gli involucri per cibo, hanno una vita di pochi minuti o poche ore, anche se rimangano nell’ambiente per centinaia di anni.

Come si muove la plastica nel mondo

La maggior parte della plastica che è nell’oceano arriva dalla terraferma. Oppure viene trasportata dai fiumi più grandi, che agiscono da nastro trasportatore raccogliendo immondizia su immondizia man mano che scendono a valle. Una volta che sono in mare, molti dei rifiuti plastici rimangono in acque costiere. Ma nel momento in cui vengono catturati dalle correnti oceaniche, possono andare a finire in tutto il mondo.

Sull’isola Henderson, un atollo disabitato che fa parte delle isole Pitcairn, isolato a metà strada tra Cile e Nuova Zelanda, alcuni scienziati hanno trovato oggetti di plastica provenienti da Russia, Stati Uniti, Europa, Sud America, Giappone e Cina. Sono stati portati verso il Pacifico meridionale dalla corrente circolare del Pacifico del sud.

Microplastiche

Una volta che si trovano in mare, i rifiuti di plastica vengono degradati da luce del sole, vento e onde in piccole particelle spesso inferiori al mezzo centimetro di larghezza. Queste cosiddette microplastiche, diffuse attraverso tutta la colonna d’acqua, sono state trovate in ogni angolo del pianeta, dal Monte Everest, la cima più alta, alla Fossa delle Marianne, la depressione più profonda.

Le microplastiche si degradano poi in pezzi sempre più piccoli. Nel frattempo le microfibre plastiche sono state trovate pure nei sistemi idrici cittadini che forniscono acqua potabile e fluttuano anche nell’aria.

I danni alla fauna selvatica

Ogni anno milioni di animali vengono uccisi dalle plastiche: uccelli, pesci e altri organismi marini. Si sa che circa 700 specie, comprese quelle a rischio di estinzione, sono state in qualche modo colpite dalla plastica. E praticamente tutte le specie di uccelli marini mangiano questo materiale.

Gli animali muoiono soprattutto di fame o perché intrappolati. Foche, balene, tartarughe e altri animali finiscono spesso strangolati da attrezzature da pesca e anelli di plastica da sei lattine abbandonati. Microplastiche sono state rinvenute in oltre cento specie acquatiche compresi i pesci, i gamberi e le cozze che dovrebbero finire nei nostri piatti.

In molti casi questi minuscoli pezzetti passano attraverso l’apparato digerente per poi essere espulsi senza alcuna conseguenza. Tuttavia è avvenuto anche che la plastica abbia bloccato alcuni tratti dell’apparato digerente o perforato degli organi, causando la morte. Lo stomaco pieno di plastica fa sì che si riduca il senso dell’appetito, provocando la morte per fame.

Ma la plastica viene mangiata anche dagli animali che popolano la terraferma come elefanti, iene, zebre, tigri, cammelli, bovini e altre grandi specie. In alcuni casi il risultato finale è la morte. Alcuni test hanno confermato danni al fegato, danni cellulari e disturbi del sistema riproduttivo che hanno indotto alcune specie, come le ostriche, a produrre meno uova.

Alcune nuove ricerche hanno mostrato che i pesci allo stato larvale mangiano nanofibre già nei primi giorni di vita, sollevando nuove domande su quali siano gli effetti della plastica sulle popolazioni di pesci.

Fermare la marea della plastica

Una volta che sono nell’oceano, è molto difficile - se non impossibile - recuperare i rifiuti di plastica. I sistemi meccanici, come la Mr. Trash Wheel, un intercettore di immondizia che si trova nel porto di Baltimora nel Maryland, sono efficaci se devono catturare grossi pezzi di plastica - come bicchieri e contenitori per cibo - dalle acque interne. Ma nel momento in cui si degradano in microplastiche e galleggiano lungo tutta la colonna d’acqua in mare aperto, sono praticamente impossibili da recuperare.