HSG Bullismo e Cyberbullismo

Il contest tematico per la lotta al Bullismo e Cyberbullismo rivolto agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia.

Categoria: Educational
Adatto a: Studenti delle Scuole
Inizio: 25/03/2024 Fine: 31/03/2024

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Glossario del Cyberbullismo

Glossario del Cyberbullismo

Account:
per potere accedere ad un servizio online solitamente ti viene chiesto di attivare una sorta di “casella” protetta da un nome (username) e una password (parola d’ordine) che dovresti conoscere solamente tu.
In questo modo ti assicuri che solo tu possa accedere al servizio e compiere azioni a nome tuo.

Always Happy:
Una sindrome che porta a pensare di dover essere sempre brillanti sorridenti e spiritosi ad ogni costo – soprattutto nelle foto che si pubblicano – per venire apprezzati dalla community.

Antivirus:
un programma che, lasciato girare nel computer, monitorizza le attività di quest’ultimo ed individua eventuali attività da parte di software maligni creati per distruggerti o rubarti i dati contenuti nel tuo dispositivo (Virus).

Avatar:
l’immagine attraverso la quale operi all’interno di una piattaforma e con la quale gli altri ti identificano.

Può essere una foto (es. la foto del profilo di Facebook) oppure un vero e proprio personaggio tridimensionale (es. videogiochi online come World of Warcraft o Call of Duty).

Call of Duty:
serie di videogames in cui il giocatore impersona un combattente, che può essere un soldato, un guerriero, un personaggio appartenente ai corpi speciali dell’esercito, ecc… a seconda dell’episodio.
Molto ricercato dai ragazzi per il suo grado di realismo, la sua trama e per la possibilità di giocare online in squadra contro altri giocatori.

Clash of Clans:
gioco strategico per smartphone ad ambientazione medioevale. Il gioco prevede anche numerosi funzioni sociali che attirano i ragazzi.

Cyberstalking:
insieme di comportamenti persistenti e persecutori messi in atto mediante l’uso delle nuove tecnologie con lo scopo di infastidire e perseguitare la vittima.
Tali condotte possono comprendere anche minacce fisiche, a tal punto che la vittima arriva a temere per la propria incolumità. 

Craving: 
L’irrefrenabile voglia di utilizzo del web anche nei momenti meno opportuni; si accede compulsivamente ai social network per comunicare qualsiasi dettaglio della propria vita.

Denigration:
messaggi offensivi e ingiuriosi nei confronti delle vittime, diffusi tramite SMS o all’interno delle comunità virtuali (forum di discussioni, blog, siti internet), con lo scopo di danneggiare la reputazione delle vittime o i loro rapporti sociali.

Effetto Proteo (Proteus Effect):
fenomeno secondo cui i soggetti che abitano mondi virtuali potrebbero conformarsi alle aspettative e agli stereotipi in merito all’identità che decidono di assumere attraverso gli avatar.

Ego Surfing:
la pratica del cercare il proprio nome su Internet, ad esempio cercandolo su Google.

Exclusion:
escludere intenzionalmente un utente da una community, una chat, un gioco online, dal proprio gruppo di amici.
L’esclusione è percepita come una grave offesa, in quanto riduce il “potere” – conseguenza della popolarità all’interno delle communities – della persona esclusa tra il gruppo dei pari.

Exposure:
È la pubblicazione online di informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona; non importa se siano vere o meno, l’importante è che rovinino la sua reputazione.

Firewall: 
programma che, lasciato girare nel computer, ti permette di decidere quali dati entrano e quali escono attraverso Internet. In questo modo ti aiuta ad impedire che software o persone di terze esterne entrino nel tuo computer.

Flaming:
il flame è un messaggio intenzionalmente ostile e provocatorio, scritto con linguaggio violento e volgare, inviato da un utente a uno o più individui della comunità virtuale, con lo scopo di scatenare conflitti verbali tra due o più utenti all’interno della Rete.

Fomo:
Si controlla lo smartphone ogni 5 minuti per paura che i nostri amici stiano facendo cose più interessanti di noi e che, cosa ancora peggiore, siamo stati esclusi dagli invitati.

Grooming: 
Il verbo inglese da cui deriva (“to groom”) significa “curare, prendersi cura” ma la sua traduzione online è una delle degenerazioni più pericolose di Internet; una nuova forma di pedopornografia ma più diretta. Il Grooming è una tecnica di manipolazione psicologica che gli adulti utilizzano per indurre i bambini o gli adolescenti a superare le resistenze emotive e instaurare una relazione intima. Un percorso che avviene per gradi: dopo i primi contatti, tramite una chat o un social network, il potenziale abusante si informa sul livello di privacy nel quale si svolge il contatto (ad esempio dove è situato il computer in casa, se i genitori sono presenti, ecc.); dopodiché conquista la fiducia condividendo, ad esempio, interessi comuni per passare poi a confidenze di natura sempre più privata e intima (è in questa fase che può iniziare uno scambio di immagini, non sempre a sfondo sessuale); quando l’adulto è certo di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell’esclusività, con la produzione, l’invio o lo scambio di immagini – anche attraverso l’utilizzo di una webcam – a sfondo sessuale esplicito e la richiesta di un incontro offline. Dal 2012 il grooming è punito penalmente.

GTA (Grand Theft Auto):
serie di videogames in cui il giocatore impersona un personaggio il cui scopo è quello di fare carriera nell’ambito della malavita della propria città.
Molto apprezzato dai ragazzi per la massima libertà di azione: sebbene il gioco sia strutturato in missioni, il giocatore ha la massima libertà di movimento all’interno di una città (rubare soldi dai negozi, acquistare case, ecc…), e questo spinge i ragazzi a sbizzarrirsi inventando missioni ed obiettivi non previsti dalla trama del gioco, il quale di conseguenza può proseguire anche una volta terminate tutte le missioni ufficiali.

Happy slapping:
letteralmente significa schiaffo allegro e designa un particolare fenomeno di bullismo online associato con il bullismo tradizionale.
La vittima viene colpita da un compagno e videoripresa da un terzo, di fronte agli occhi di un gruppo di ragazzi. Successivamente il video viene fatto circolare in rete oppure tramite cellulari.
Attualmente gli autori di happy slapping usano varie forme di violenza, sia fisiche che psichiche, atte a ridicolizzare ed umiliare le vittime, ignare delle videoregistrazioni.

Harassment:
molestie ripetute e persistenti, dirette verso una persona specifica.
Come nel bullismo tradizionale, la vittima che riceve email o messaggi molesti, si trova in una condizione di disagio emotivo e psichico, tale da rendere la relazione tra molestatore e vittima chiaramente sbilanciata.
La vittima subisce passivamente le molestie, o al massimo tenta, generalmente senza successo, di convincere il persecutore a porre fine alle aggressioni.
Una forma particolare è il cyber sexual harassment, in cui la vittima riceve materiale sessuale o pornografico (video, foto, messaggi).

Happy slapping:
L’Happy Slapping è un fenomeno giovanile iniziato a diffondersi nel 2004 in Inghilterra.
Si sta diffondendo sempre più anche nel nostro Paese.
Si tratta di una forma di violenza molto crudele. Consiste nell’ aggredire e ferire una persona conosciuta o meno e nel filmare, attraverso i vari dispositivi, il momento cruciale.
Spesso ci si organizza in un gruppo di ragazzi. Una parte si occupa dell’aggressione ed un’altra si occupa di filmare la scena e diffonderla ininterrottamente sui Social.
Le vittime possono essere sia persone conosciute che sconosciute. Esse oltre a subire la violenza fisica, devono subire l’umiliazione di vedersi su tutti i Social.
Come il Cyberbullismo, l’happy slapping è un fenomeno molto grave. In pochissimo tempo, le vittime vedono la propria identità danneggiata, schiacciata, cancellata in una comunità molto ampia.
I contenuti, le riprese delle scene di bullismo, una volta pubblicati possono comparire a più riprese in luoghi e tempi diversi.
In una dimensione quotidiana sempre più virtuale, anche i reati si spostano sul web.
Il campo preferito sia dell’aggressore fisico che virtuale è l’ambiente Social in cui può creare gruppi ad hoc per denigrare e distruggere  psicologicamente la vittima.
Spesso genitori ed insegnanti delle vittime ne restano all’oscuro poiché non hanno accesso alla rete dei giovani. Ma se si subisce una violenza fisica, non si può nascondere molto!
Quindi le vittime devono subito denunciare i loro aggressori. Le vittime di Happy Slapping, bullismo, cyber bullismo, sono vittime di un vero e proprio reato.
Le vittime subiscono un vero e proprio danno ingiusto. Si tratta di un danno morale poiché le vittime subiscono sofferenze fisiche e morali, turbamento dello stato d’animo, lacrime, dolori.
Danno biologico poiché è un danno all’integrità fisica e psichica della persona tutelata dalla Costituzione Italiana. Dunque riguarda la salute delle vittime.
Ed infine un danno esistenziale poiché è un vero e proprio danno alla persona, alla sua esistenza, alla vita di relazione, alla riservatezza ed all’immagine.
Se l’aggressore è maggiorenne, la responsabilità del reato è sua.
Se invece è minorenne ne rispondono, in primis, i genitori poiché questi hanno il compito di educare i loro ragazzi. Se l’atto di Happy Slapping si verifica nell’ambiente scolastico, ne rispondono gli insegnanti che hanno il compito di vigilare sui ragazzi e la Dirigenza scolastica che ha il dovere di controllare che sussista una vigilanza.
Le vittime di Happy Slapping non devono vergognarsene o subire in silenzio questa grande umiliazione. Devono chiedere aiuto immediatamente.
Invece i testimoni di Happy Slapping che ricevono anche contenuti di scene cruciali devono farlo presente alla Polizia.

Hate speech:
L’aggressione nella maggior parte dei casi avviene utilizzando un linguaggio volgare, pieno di odio, dagli effetti immediati perché esplicito; molte volte, infatti, in Rete si tende a credere alle cose proposte con tono sensazionalistico o scandalistico.

Hikikomori:
una persona che si ritira progressivamente dai rapporti sociali e dal contatto diretto con il Mondo, fino a confinarsi nella propria stanza e gestire tutta la sua Vita da lì.
Al giorno d’oggi sfruttano Internet per sopperire a queste mancanze, ad esempio socializzando sui forum, acquistando online ed in alcuni casi trovando forme di guadagnando online per cui non è necessario uscire dalla propria stanza.

Impersonation:
creazione di un’identità fittizia da parte del bullo al fine di entrare in contatto con la vittima e ottenere informazioni private che userà contro di lei.
Altre volte il bullo crea un nuovo profilo sui social network, parallelo a quello della vittima designata, con lo scopo di offendere terzi o raccogliere maggiori informazioni sulla vittima.
Infine, ci sono casi in cui il bullo riesce a venire in possesso della password della vittima e la modifica, impedendole così l’accesso al suo stesso profilo.
Quest’ultima forma di aggressione può mettere in pericolo il vero proprietario dell’account. Spesso, infatti, sono atteggiamenti messi in atto da partner rancorosi.

Meme:
Un meme di Internet è un'idea, stile o azione che si propaga attraverso Internet, spesso per imitazione, diventando improvvisamente famosa. In genere un meme ha la forma di un'immagine, una GIF o un video, e riesce a diffondersi principalmente attraverso social network, blog e posta elettronica.

Momo:
È la paura o, meglio, la paranoia di aver perso l’amicizia delle persone di cui non abbiamo più traccia sui social; non si vedono più i post di amici o gruppi di amici e si pensa di essere stati cancellati; nei casi peggiori si pensa che ciò stia avvenendo anche nella vita reale.

Netiquette (Network étiquette):
l’insieme delle buone regole e delle buone prassi per un utilizzo del Web che sia rispettoso nei confronti degli altri.
Sebbene sia possibile trovare numerosi elenchi, solitamente ci si rifa’ a regole non scritte ma socialmente accettate e condivise, secondo il principio di autoregolazione tipico del Web.

Phishing:
ricevi una mail dalla tua banca che ti avvisa di dovere aggiornare i tuoi dati personali, o che c’è un importante documento che devi visionare.
Tu clicchi sul link indicato, arrivi al sito ed inserisci i tuoi dati personali per accedere al tuo conto corrente.
Peccato che in realtà la mail fosse falsa, ed il sito a cui ti fa accedere è una finta pagina che riproduce fedelmente la pagina della tua banca.
Una volta che tu hai inserito i tuoi dati di accesso, questi vengono raccolti da chi ti ha inviato la mail ed utilizzati per accedere al tuo reale conto corrente.
Non succede solo con le banche, ma anche con posta elettronica, social network, ecc…

Pull a pig:
La nuova “frontiera” del bullismo è quella di umiliare donne e ragazze giocando con i loro sentimenti e la loro sensibilità al solo scopo di divertirsi e beffarsi di loro. Si è iniziato a parlare del fenomeno del Pull a Pig quando la stampa internazionale ha iniziato a riportare la triste vicenda accaduta a una ragazza inglese, Sophie Stevenson: la 24enne, in vacanza a Barcellona, aveva conosciuto in discoteca un ragazzo olandese, Jesse Mateman, che si era dimostrato molto interessato a lei e l’aveva corteggiata, tanto che Sophie si era innamorata, convinta di essere ricambiata. Successivamente, il ragazzo le aveva chiesto di andarlo a trovare ad Amsterdam, ma, una volta arrivata nell’albergo dell’appuntamento, invece di trovare il fidanzato, Sophie si è trovata da sola con un messaggio sul telefono da parte del ragazzo in questione: “You’ve been pigged”. Si era trattato dunque di uno scherzo architettato con l’unico scopo di ferire la ragazza. Purtroppo, non sembra essersi trattato di un caso isolato: il crudele gioco è giunto anche in Italia, come è emerso dagli ultimi fatti di cronaca. 
Il caso di Sophie Stevenson, come abbiamo visto, spiega perfettamente in cosa consiste il Pull a Pig, che letteralmente significa “Inganna un maiale”: un gruppo di amici (o di persone) decide di prendere di mira la ragazza che ritengono la più brutta e grassa del locale e le tirano uno scherzo mancino. Uno dei ragazzi inizia a corteggiarla, fin tanto che questa non cede alle avances: i due iniziano una relazione che dura fin quando la ragazza è convinta di essere innamorata del ragazzo e di essere ricambiata. A quel punto, in maniera crudele, il “simpaticone” si defila, inviando alla ragazza il messaggio “You’ve been pigged”,spezzandole il cuore e facendola sentire umiliata.
L’obiettivo del “gioco” è chiaro: prendersi gioco delle ragazze fisicamente meno attraenti o insicure di sè. In genere si individua una ragazza in carne, magari che se ne sta in disparte in discoteca, pensando che possa facilmente abboccare all’amo. L’idea è che una ragazza non abituata a ricevere tantissime attenzioni possa subito innamorarsi di qualcuno che le corteggia, rendendo quindi facile poi umiliarla e deriderla per avere creduto di potere interessare a qualcuno. Un atto che non può che definirsi vile, meschino e cattivo perché è volto ad affossare l’autostima, spesso molto bassa, che molte ragazze hanno di sè.
Purtroppo il caso di Sophie Stevenson non è isolato: sembra che anche in Italia il Pull a Pig abbia fatto le prime vittime. Uno dei casi è stato raccontato da Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano. La scrittrice ha intervistato Irene Finotti, una ragazza 30enne vittima di un caso simile a quello di Sophie. Irene racconta che, un anno e mezzo fa, fu inizialmente invitata a fare parte di alcuni gruppi Facebook segreti: la ragazza, in quel momento, stava attraversando un brutto periodo, non sentendosi bene con se stessa e con il suo corpo. È proprio in quel momento che su internet fa amicizia con un ragazzo che, per due mesi, la riempe di attenzioni e parole dolci, fino a quando lei cede alla proposta di lui di vedersi. I due si vedono e trascorrono insieme tre giorni di passione. Dopo, però, non solo lui sparisce, ma lei trova alcune sue foto di spalle, scattate proprio dal ragazzo in questione, sui gruppi segreti in cui era stata ammessa e dove erano stati creati dei thread per umiliarla e farla sentire in imbarazzo sia per il suo peso sia per avere creduto che potesse piacere a qualcuno. Fortunatamente, i bulli non sono riusciti a scalfire la forza di Irene, che oggi ha trovato un vero fidanzato, ha accettato il suo corpo e dice di sentirsi felice.

Scrolling:
scorrere una schermata, ad esempio la pagina di un sito che occupa più spazio dello schermo.

Sexting:
la pratica di inviare foto di se stessi in atteggiamenti sessualmente espliciti e/o immagini inerenti al sesso.
Può avvenire per mezzo di messaggistica privata (es: WhatsApp o SnapChat) oppure in spazi pubblici come una bacheca di Facebook.

SnapChat:
applicazione per smartphone che permette di inviare messaggi di testo e immagini.
La particolarità molto apprezzata dai ragazzi è che è possibile stabilire un tempo di autodistruzione dei messaggi: una volta che il destinatario apre il messaggio, inizia un conto alla rovescia al termine del quale il messaggio viene automaticamente cancellato.

Tricky (Outing):
il cyberbullo inganna la vittima, entrando in confidenza con essa e conquistando la sua fiducia.
Dopo aver ottenuto tutte le informazioni intime e/o private della vittima, il bullo le diffonde tramite mezzi elettronici, come internet (ad es., social network, blog) e SMS.

Trolling:
una persona che interviene nelle discussioni con commenti senza un obiettivo di comunicazione precisoe spesso volutamente offensivi, quindi con il solo scopo di suscitare nell’altro altrettanti commenti esasperati o violenti.

URL (Uniform Resource Locator):
l’indirizzo Web a cui fa riferimento un sito o una pagina di un sito.

Vamping:
Rimanere incollati allo schermo dello smartphone anche di notte, pronti a rinunciare al sonno per essere online; con conseguente perdita dei bioritmi naturali.

Virus:
programma che, una volta entrato nel tuo computer ed attivato, compie azioni non volute dall’utente, spesso rovinose, quali distruggere file, rovinare il sistema operativo (rendendo l’intero dispositivo inutilizzabile), rubare dati sensibili (dati degli account, numeri delle carte di credito, ecc…) ed inviarli a qualcuno tramite Internet, ecc…
Talvolta il virus è così subdolo che può rimanere nascosto per mesi, compiendo indisturbato la sua attività.
E’ in grado di autoreplicarsi e di propagarsi tra i dispositivi attraverso file infetti, siti Internet di dubbia provenienza, ecc…

WhatsApp:
nota applicazione per smartphone che permette di inviare messaggi (testo, foto, video, nota vocale, altri allegati) ad un altro utente del quale si conosce il numero di cellulare.
Permette anche di creare dei gruppi in cui più persone interagiscono tra di loro: quando un membro invia un messaggio, questo viene ricevuto da tutti gli altri membri.